Napule è ‘na cammenata
dint”e viche mmiezo all’ate
Napule è tutto nu suonno
e ‘a sape tutt’ ‘o munno
ma nun sanno ‘a verità..
(Napoli è una passeggiata
nei vicoli, in mezzo agli altri
Napoli è tutto un sogno
e la conosce tutto il mondo
ma non conoscono la verità)
Visto che la bellissima canzone di Pino Daniele mi si è conficcata nel lobo frontale, decido di abbandonate lo spirito illuminista che mi caratterizza a di eleggere Pino a mio spirito guida: dopo aver lasciato armi e bagagli nel B&B di via Foria dove alloggerò decido per la “cammenata”: destinazione Spaccanapoli. La scelta del B&B in via Foria si rivela subito una buona pensata: via Foria è una strada bellissima dove si affacciano botteghe di antiquariato ed è molto comoda per chi come me ha intenzione di visitare la città per lo più a piedi. Inizia in piazza Cavour e poco dopo c’è un importantissimo incrocio: nello stesso punto infatti terminano via Duomo, via delle Crocelle a Porta San Gennaro e via Miracoli.
Napoli mi appare subito come una gigantesca matrioska e decido di darmi un minimo di ordine: prima la raffinatezza e la cultura e poi…vedremo!
Tanto per non buttare al vento la mia maturità classica, mi dirigo in Piazza Bellini (dieci/quindici minuti a piedi da via Foria) e si trova nel Decumano Maggiore, vicino all’Accademia di Belle Arti e al Conservatorio. Certo già lo sapevo che fosse il ritrovo intellettuale della città ma caspita il caffè all’elegantissimo tavolino del Bar degli Artisti me lo gusto ascoltando la musica dei pianoforti che mi arriva dalle finestre del Conservatorio. Sono solo le 19 e già sembra di essere in piena movida. In piazza Bellini trovi di tutto, è stata sempre il luogo della tolleranza di Napoli. Baretti con la Tennent a 2 Euro, le vinerie eleganti, il caffè servito nella moka. E siccome a Napoli non sei mai sola una coppietta di studenti dell’Accademia inizia a raccontare di Decumani, rovine greche. “Piazza Bellini non sono i Baretti di Chiaia- mi raccontano- marchiati come “salotto buono” (poi vorrei farti vedere certa gente che li frequenta, altro che buoni). Chiaia è una bella curva del corpo – o forse gli occhi della città -. A Bellini i ventricoli pompano gente, rumori, passi, musica nel cuore dei Decumani.” Poesia pura.
Sembra di essere nell’Hackesche Höfe di Berlino. Poi vedi le Mura Greche e pensi: col cavolo, esistevamo prima noi dei tedeschi.
Confusa e felice perdono il barista napoletano che mi chiede 2 Euro e 50 per un caffè. Sarà per il mio accento alla Mariangela Melato?