In Piazza Bellini si passa molto piacevolmente dal caffè all’aperitivo alla pizzetta alla sfogliatella. E complice l’ottima compagnia degli studenti dell’Accademia, beh si è fatto tardi. E mi trovo da sola nei vicoli.
Premessa: non sono una donna paurosa e nemmeno sprovveduta ma, inutile negarlo, scende la sera e sale l’ansia.
Prima di partire mi sono documentata online: devo dire di aver trovato racconti da film horror.
Non molto tempo fa il giornale britannico The Sun inserì Napoli fra le 10 città più pericolose del mondo e l’articolo divenne virale. Quando il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, minacciò di denunciare la testata giornalistica, come d’incanto Napoli sparì da quell’articolo. Secondo le statistiche relative ai crimini in Italia pubblicate dal Ministero dell’Interno ed elaborate graficamente dal Sole 24 ore, Milano è la città più pericolosa in Italia. Napoli è soltanto quarta, dopo Roma e Torino.
Certo nei prossimi giorni non mi avventurerò a Scampia o a Secondigliano anche se penso che i protagonisti di Gomorra abbiano ben altro da fare che rubarmi la bigiotteria che mi sono comprata alle bancarelle. Genny Savastano che mi ruba i 50 euro che ho nel marsupio proprio non ce lo vedo.
In questa mia prima giornata a Napoli ho incontrato persone molto diverse da loro: c’è chi mi rifila cornetti di plastica “garantiti 7 anni” e via discorrendo, persone francamente maleducate e insistenti. Ma la duplicità è una costante del mondo e soprattutto delle metropoli. Napoli ha un secondo, un terzo, un centesimo volto, architettonico, artistico, gastronomico, in superfice e nel sottosuolo. Ma non sono solo queste le cose che rendono la città interessantissima. Sono le persone. Le persone che si sono rimboccate le maniche e sono scese a ripulire.
Volontari che credono nella loro città, che vogliono cambiare le cose e stanno facendo qualcosa di concreto.