Cosa fare a Mykonos: Visita a Delos per 1 tuffo nella Storia che non ti Aspetti
Delos, l’Isola di Apollo: Un tuffo nella storia dalla Mykonos dei divertimenti. Se ti trovi a Mykonos, l’isola del divertimento e delle spiagge mozzafiato, non puoi non concederti un’escursione nella vicinissima Delos. Questa piccola isola, rocciosa e frastagliata, che emerge dal blu profondo del Mar Egeo, è un vero e proprio scrigno di storia e mitologia. Secondo la leggenda, emerse dagli abissi per dare i natali ad Apollo, il dio della luce.
Quello che un tempo era un vivace centro commerciale e spirituale, oggi è un sito archeologico Patrimonio dell’Umanità, un’esperienza che arricchisce il viaggio e ti fa riflettere sulla ricchezza storica di questi luoghi. Il sito archeologico è immenso, un grande anello dove ogni passo rivela un pezzo di storia. Noi, per un piccolo errore di percorso, abbiamo fatto il giro al contrario, ma alla fine abbiamo visto tutto. I reperti non sono straordinariamente conservati come a Pompei o Ercolano, ma la loro importanza storica e culturale è immensa.
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Organizzazione della Visita: Come arrivare a Delos
Per raggiungere Delos da Mykonos, il modo più comune è prendere una barca o partecipare a un tour guidato. L’operatore principale è “Delos Tours”, e puoi acquistare i biglietti comodamente online sul loro sito, scegliendo l’orario di partenza. Durante la nostra visita ad agosto 2025, le partenze erano due: una al mattino alle 10:00 e una al pomeriggio alle 17:00, con la possibilità di rientro all’1:30 o alle 20:00.
Mattina o pomeriggio? Il momento migliore per visitare Delos
La scelta del momento migliore per visitare Delos dipende dalle tue preferenze. La partenza mattutina ti dà più tempo per esplorare il sito archeologico in ogni suo angolo, ma comporta la necessità di affrontare le ore più calde della giornata. Ti sconsiglio questa opzione, soprattutto in piena estate, se non sei abituato al caldo intenso.
Noi abbiamo optato per la partenza pomeridiana delle 17:00, e si è rivelata la scelta migliore. Questo ci ha permesso di evitare le ore più torride e, al ritorno, di godere di un magnifico tramonto sul mare con vista su Mykonos Town. Il viaggio in barca di ritorno, con la luce dorata che avvolge l’isola, è un’esperienza davvero magica e un’occasione perfetta per scattare foto indimenticabili. L’unico svantaggio della visita pomeridiana è che hai meno tempo a disposizione prima della chiusura del sito alle 20:00, quindi devi organizzarti al meglio per vedere tutto ciò che ti interessa.
L’Esperienza del Viaggio e la Magia del Ritorno
Il viaggio in barca dura circa 30 minuti ed è di per sé un’esperienza piacevole. Allontanandoci dal porto, si ammira il profilo della costa di Mykonos. Le barche, anche se piene, non sono eccessivamente affollate, specialmente nel pomeriggio. A bordo c’è anche un piccolo bar e i servizi igienici. Un consiglio d’oro per le tue foto: durante il viaggio di andata, siediti sulla parte sinistra della barca per avere una visuale della costa di Mykonos che si allontana. Durante il rientro, invece, accomodati sulla parte destra. In questo modo potrai ammirare e fotografare i mulini a vento e Mykonos Town illuminati dalla luce del tramonto, senza nessuno davanti a te.
Delos: Una Storia Millenaria, un Crogiolo di Popoli
La storia di Delos è affascinante e complessa, come un mosaico fatto di pietre e di storie. L’isola, sin dalle sue origini, era considerata un luogo sacro per il suo legame con il dio Apollo. I primi coloni di Delos furono pescatori o pirati che giunsero sull’isola circa quattromila anni fa.
Con il passare dei secoli, l’isola si trasformò in un florido centro commerciale e spirituale. Quando Alessandro Magno conquistò l’impero persiano, il mondo greco si trasformò e la vecchia religione subì pressioni da nuovi culti. I Greci si rivolsero a divinità egizie come Iside, che offriva supporto spirituale in tempi di grande cambiamento. Alla fine del III secolo a.C., il culto di Iside si era affermato ad Atene e a Delos.
L’immagine della dea egizia fu sostituita da una nuova simile a quella di altre divinità greche. Iside indossava abiti multicolori che rappresentavano la luce e le tenebre o la vita e la morte. All’inizio di marzo, per l’apertura della stagione nautica, la sua statua veniva trasferita su una nave sontuosamente addobbata. I marinai di Delo la chiamavano “Pelagia” (ossia “del mare”) ed “Euploia” (ossia “della buona navigazione”) e si rivolgevano a lei nei momenti di difficoltà in alto mare.
La prosperità e la ricchezza dell’isola
I Romani, ambiziosi come gli Ateniesi, si servirono di Delos per sconfiggere i loro avversari. Nel 167 a.C., abolirono i dazi nel porto dell’isola e deportarono gli abitanti, facendo spazio a una nuova ondata di coloni che speravano di diventare ricchi. Greci, Italiani, Siriaci, Ebrei, Egiziani e Fenici crearono in pochissimo tempo una città dove si poteva comprare di tutto, inclusi innumerevoli schiavi portati dai pirati. Oltre 250 navi potevano attraccare in sicurezza nell’ampio porto.
I ricchi abitanti potevano permettersi costose lampade con più beccucci che consumavano molto olio soltanto per ostentare la loro ricchezza. L’agorà dei Compitaliasti ospitava mercanti e banchieri provenienti dall’Italia meridionale e dalla Sicilia.
Questi commercianti erano sotto la protezione di Hermes, il dio dei viaggiatori e dei mercanti, al quale erano dedicati monumenti di marmo al centro della piazza. Le agorà (piazze del mercato) e le strade erano pavimentate con pietra e terra battuta, mentre le strade più piccole del quartiere del teatro erano irregolari.
Un aspetto che colpisce è la sua natura di isola “senza nascite né morti”. Gli Ateniesi, nel 426 a.C., purificarono l’isola rimuovendo tutte le tombe e imponendo il divieto di nascere o morire a Delos. A differenza di questi vincoli, non c’erano restrizioni quando si trattava di fare soldi. Gli imperi nacquero e caddero in tutto il Mediterraneo, ma sulla piccola isola di Delo erano tutti i benvenuti a dedicarsi al commercio e al culto.
La quotidianità a Delos: igiene e vita domestica
La vita a Delos, come in altre città antiche, presentava sfide significative per quanto riguarda l’igiene. L’acqua potabile non era disponibile sull’isola e doveva essere importata o raccolta in cisterne. La vita quotidiana non era facile per la maggior parte degli abitanti dell’isola, che vivevano in piccole case con spazi ristretti.
I servizi igienici erano rudimentali e i bagni erano spesso condivisi da diverse famiglie. L’igiene personale era un lusso che solo i ricchi potevano permettersi.
Per lavarsi e pulire i loro indumenti, gli abitanti di Delos si recavano in bagni pubblici, spesso situati vicino alle palestre. Le latrine erano un semplice buco nel terreno che scaricava i rifiuti direttamente nelle strade o nei campi, diventando un ambiente ideale per i roditori e un terreno fertile per malattie. L’acqua piovana era vitale e veniva raccolta per l’uso quotidiano in apposite cisterne.
Un Mosaico di Fede: La Coesistenza di Culti
Delos, oltre a essere un’isola sacra per Apollo, era un vero e proprio “crogiolo” di fedi, dove si veneravano divinità di diverse origini, riflettendo la sua natura cosmopolita. Lungo le strade, si potevano trovare templi dedicati a divinità orientali, che i commercianti e gli schiavi provenienti da Egitto e Siria avevano portato con sé. Uno degli esempi più significativi è il Santuario di Serapide, la cui costruzione fu finanziata da ricchi mercanti egiziani.
Questo tempio, che si trova vicino a quelli di altre divinità egiziane come Anubi e Iside, dimostra l’importanza della comunità egiziana sull’isola. Accanto ad essi, i templi delle divinità siriane, come Atargatis, sottolineano la presenza di altre culture. Il tempio di Eracle (Ercole), il leggendario eroe greco, era un luogo di culto per i soldati macedoni e la sua presenza testimonia la fusione di culti e tradizioni. Queste strutture religiose offrivano una protezione spirituale ai marinai e ai mercanti, che si affidavano agli dei per la sicurezza dei loro viaggi e dei loro carichi.
Il Declino di Delos
Purtroppo, il destino di Delos fu segnato dal dio che la proteggeva. Ermes era anche il dio dei ladri, e tra l’88 e il 69 a.C. permise a pirati e nemici di Roma di saccheggiare la città. L’isola non si riprese mai del tutto e fu abbandonata quando le rotte commerciali si spostarono e la diffusione del cristianesimo oscurò il culto di Apollo.
Le rovine divennero una cava a cielo aperto per i costruttori delle isole circostanti. Tutto ciò che rimaneva venne sepolto e perso fino al 1873, quando la Scuola Archeologica Francese di Atene diede inizio agli scavi che riportarono alla luce la città perduta.
L’Area dell’Intrattenimento: I Giochi Delii e gli Atleti
Il sito era un importante centro per gli incontri sportivi e culturali, che si svolgevano in onore del dio Apollo. I reperti archeologici, pur non essendo straordinariamente conservati, rivelano un’importanza storica e culturale immensa.
Il Teatro
Il teatro di Delos fu costruito in pietra nel 298 a.C., durante il periodo ellenistico. La sua costruzione testimonia il carattere cosmopolita e la ricchezza dell’isola, che ospitava una vasta popolazione, compresi i mercanti venuti dall’Italia.
L’edificio, con una capienza di circa 5.500 persone, era un simbolo di prestigio e non era utilizzato solo per gli spettacoli, ma anche come luogo di incontro. Le sue funzioni pratiche erano cruciali, poiché il teatro serviva anche per la raccolta dell’acqua piovana grazie a un ingegnoso sistema di cisterne, un’esigenza vitale in un’isola quasi del tutto priva di fonti d’acqua.
La Terrazza dei Leoni
Qui si trovano le riproduzioni dei famosi leoni di Delos. I leoni, realizzati in marmo e posizionati lungo un grande viale, erano le fedeli guardie del lago sacro di Leto, prosciugato, e del santuario degli dei. Loro furono scolpiti da scultori del Naxos in marmo puro di Naxos. L’area dei leoni si estendeva lungo il viale che conduce al Lago Sacro.
La loro presenza segnava un’area dove, oltre al commercio, si svolgevano anche attività legate all’intrattenimento dei marinai e dei mercanti. I leoni originali, in numero da 9 a 16, sono oggi conservati all’interno del museo, con una testa moderna.
La Casa di Dionisio e la Casa delle Maschere
La “Casa di Dionisio” si trova nel Quartiere del Teatro, il quartiere più antico dell’isola. Qui si possono ammirare i resti di sontuose case, come quella di Dionisio. Nelle vicinanze si trova la “Casa delle Maschere”, che sorge ai piedi del monte Cinto. Come tipico delle case di Delos, le stanze si distribuiscono intorno a un cortile centrale quadrato che permette all’aria e alla luce di raggiungere tutti gli ambienti.
I proprietari, di cui non si conosce l’identità, erano benestanti e decorarono le quattro stanze principali con elaborati mosaici. I mosaici, realizzati con ciottoli o materiali riciclati, raffigurano dieci maschere teatrali. Le stanze secondarie avevano pavimenti in terra battuta, mentre le stanze superiori avevano pavimenti in legno.
Il Colosso dei Nassi e il Tempio di Hera
Al Museo, abbiamo avuto la possibilità di vedere i resti di un’enorme statua, il famoso Colosso dei Nassi. L’altezza esatta della statua originale è stimata tra i 9 e i 10 metri. Era una statua colossale di Apollo, eretta nel VI secolo a.C., le cui parti in bronzo che ne ricoprivano la testa e i capelli scintillavano al sole, rendendola visibile e riconoscibile anche da lontano.
Oggi, della statua originale, rimangono solo pochi frammenti nel museo. Le parti del corpo furono fatte cadere dai veneziani nel 1673 e fatte a pezzi da Turchi, Maltesi e Cicladi, poiché la statua impediva il passaggio delle loro barche. I frammenti sono stati successivamente portati nel museo. Un altro reperto notevole è il Tempio di Hera, che si trova in un’area lontana dal santuario di Apollo e dal porto. Questo tempio è stato identificato da una statua di culto dedicata alla dea. A breve distanza, c’è un’iscrizione murale che recita “Eptastadion”.
Grotta di Ercole: l’ascesa facoltativa, dove il panorama si fa scenografico anche dal basso
Tra i templi di Delos si erge il promontorio di Eracle, raggiungibile tramite una scalinata. Se il tempo è limitato o preferisci riposarti, non temere: la vista dal basso è altrettanto mozzafiato. Nel nostro caso, la vista della scalinata con la luna che si stagliava proprio di fianco, in un gioco di luci ancora diurne, ha reso l’esperienza indimenticabile, dimostrando che la magia di questo luogo si può godere da ogni prospettiva.
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Il Museo: Il cuore pulsante del sito
La visita al museo è fondamentale. È qui che si trovano i reperti originali, tra cui i celebri leoni e i resti del colosso dei Nassi. All’interno si possono vedere anche statue arcaiche di Kouroi (giovani uomini nudi) e Korai (giovani donne vestite). C’è anche una rappresentazione di sculture di atleti, che riflettevano la bellezza dei giovani che partecipavano ai festival di Apollo.
Il museo è una tappa obbligata per chi vuole comprendere appieno la storia del luogo e ammirare da vicino le opere che hanno resistito al tempo. I sigilli conservano rappresentazioni di dei, principalmente Eros, Apollo e Herakles, eroi e vari oggetti. I proprietari della Casa dei Sigilli pregavano Zeus, Apollo, Poseidon e Herakles per la sicurezza dei loro carichi, come si può vedere dall’altare trovato lì.
Consigli Pratici per Vivere al Meglio la Visita a Delos
Per goderti appieno l’esperienza a Delos, tieni a mente questi suggerimenti:
- Prezzi e Audioguida: L’ingresso al sito è di 20€. Per una visita davvero significativa, ti raccomando vivamente di avvalerti di un supporto per la visita, che sia una guida turistica o un’audioguida. Senza un contesto narrativo, il sito potrebbe perdere gran parte del suo significato.
- Abbigliamento e scarpe: Indossa abiti leggeri e traspiranti, ma soprattutto scegli scarpe comode e robuste. Il terreno dell’isola è irregolare, in alcuni punti sterrato e roccioso, e camminerai molto.
- Idratazione e protezione solare: In estate, il sole picchia forte. Porta con te dell’acqua e non dimenticare cappello, occhiali da sole e crema solare.
- Attenzione all’ambiente: Essendo un’isola, è possibile incontrare insetti o ragni. Fai sempre attenzione a dove metti i piedi.
- Calcola il tempo: Il percorso circolare dell’isola è molto esteso. Se ti perdi all’inizio, potresti non riuscire a completare la visita e, soprattutto, rischi di perdere la barca di ritorno. Tieni d’occhio l’orologio e procedi con passo spedito per non farti cogliere impreparato. Una volta che la barca parte, non c’è altro modo per lasciare l’isola.
Riflessioni sul Percorso e il Momento Migliore per la Visita
Scegliere il momento giusto per la visita è cruciale, specialmente in estate. La nostra partenza pomeridiana, pur avendo lo stesso tempo a disposizione della mattina, ci ha permesso di affrontare il percorso in condizioni molto più sopportabili.
Anche arrivando alle 17:30 e iniziando l’esplorazione alle 18:00, il caldo era ancora intenso, ma era chiaro che partire la mattina, con il sole a picco, sarebbe stato molto più faticoso. Immaginate di arrivare alle 10:30 e di ritrovarvi nel cuore del sito, magari intorno a mezzogiorno, con il sole battente e poche zone d’ombra. Le salite e le discese che caratterizzano il percorso possono mettere a dura prova, e il tempo necessario per fermarsi ad ascoltare l’audioguida o a leggere i cartelli sembra non bastare mai.
Proprio per questo, è fondamentale prepararsi al meglio. Il terreno dell’isola è irregolare e a tratti roccioso, per cui è indispensabile indossare scarpe comode e robuste. Inoltre, è consigliabile optare per un abbigliamento leggero e traspirante che aiuti a sopportare il caldo. La visita, data la necessità di camminare su sentieri non sempre agevoli, potrebbe non essere adatta a chi ha problemi di mobilità. Nonostante le difficoltà, il panorama mozzafiato che si può ammirare lungo il tragitto, specialmente al tramonto, ripaga di ogni fatica, rendendo l’esperienza davvero indimenticabile.
Calcola bene il tempo
Come ho già detto, a Delos il tempo a disposizione non è illimitato e ogni secondo è prezioso. La nostra barca delle 17:00, ad esempio, ci ha dato circa 2 ore e mezza per esplorare il sito prima della partenza. È facile perdersi tra le rovine e l’emozione della scoperta, ma è cruciale non perdere di vista l’orologio. Una volta che la barca parte, non ci sono altre opzioni per lasciare l’isola, quindi non c’è margine di errore.
A tutto questo, devi aggiungere un’altra variabile fondamentale: il tempo che perdi alla biglietteria. Appena scendi dalla barca, devi metterti in coda per acquistare il ticket d’ingresso al sito archeologico. Se hai diritto a sconti e devi mostrare documenti, tieni presente che la connessione internet sull’isola è inesistente, quindi è meglio avere tutto già scaricato o in formato cartaceo per evitare ritardi.
Una volta entrati, calcola bene ogni passo. Il percorso è lungo e, per un tratto, ti allontani dal molo per addentrarti nell’isola. Quando ci siamo trovati nel bel mezzo del sito, abbiamo incontrato altri visitatori che, con l’ansia negli occhi, chiedevano a che distanza fossero le varie attrazioni. Non fate come loro: pianificate bene il vostro percorso e, se necessario, rinunciate a una parte della visita per assicurarvi di tornare in tempo al molo.
La magia di Delos: Le emozioni di un tuffo nel passato
Per chi visita l’isola, l’emozione non è solo legata alla scoperta dei reperti, ma anche all’atmosfera che si respira. Le rovine archeologiche, pur non essendo intatte, offrono un’esperienza ricca di suggestioni, come racconta Gabriel.
“Una delle cose che mi ha emozionato di più è stato il punto in cui si arriva ai piedi della montagna, dove una scalinata imponente sale verso l’alto come se fosse l’Olimpo. In cima, la Grotta di Ercole prometteva una vista mozzafiato, e anche se abbiamo ammirato il panorama dal basso, la vista era incredibilmente scenografica.
Un altro dettaglio che mi ha colpito è stata la storia del Colosso dei Nassi, una statua alta nove metri con capelli di bronzo che riflettevano la luce del sole. Oggi ne rimangono solo le basi sul sito archeologico e alcune dita conservate nel museo, ma la sua storia è affascinante. È stato bello anche cercare il punto esatto in cui si trovava un tempo, immaginando come doveva essere maestoso e visibile dal mare. L’esperienza di Delos non è solo una visita, ma un vero e proprio viaggio nel tempo.”
Audioguida e biglietti: l’importanza di scaricare offline
Un altro consiglio d’oro riguarda la connessione. L’isola di Delos ha un segnale internet estremamente debole, quasi inesistente in molte aree. Per questo motivo, è fondamentale scaricare in anticipo qualsiasi contenuto di cui hai bisogno. Se hai acquistato l’audioguida online, assicurati che il contenuto sia già scaricato sul tuo telefono prima di salire sulla barca. Lo stesso vale per eventuali documenti digitali necessari per ottenere riduzioni o biglietti gratuiti, come la tessera di disabilità o la student card: non potrai mostrare la documentazione online alla biglietteria. Prepararti prima ti eviterà perdite di tempo e spiacevoli inconvenienti all’ingresso del sito archeologico.
Conclusioni: Vale la pena visitare Delos?
La risposta è un deciso sì. La visita a Delos è un’esperienza che va oltre il semplice divertimento estivo. Capire la storia che si nasconde dietro a queste pietre e a queste rovine è un arricchimento unico. L’isola ha una sua unicità che la rende imperdibile. Mentre le belle spiagge si trovano anche altrove, un luogo come Delos, con la sua storia millenaria e la sua atmosfera quasi magica, è un patrimonio da scoprire.
Un tuffo nella storia inaspettata: la nostra gita a Delos da Mykonos
Quando l’effervescente Mykonos ti conquista con le sue spiagge dorate e la sua vita notturna sfrenata, a volte si desidera una pausa, un’esperienza che nutra la mente e non solo lo spirito della festa. Ed è così che, spinti da una curiosità, abbiamo deciso di salpare per un’avventura che ci avrebbe catapultato indietro nel tempo: una visita all’isola di Delos.
Per organizzare il tutto, la soluzione più semplice è stata affidarsi a un tour. Abbiamo scelto l’opzione di Delos Tours e prenotato i biglietti online per assicurarci il posto. Ad agosto, con il sole che picchia forte, l’unica opzione sensata per noi era la partenza del pomeriggio, quella delle 17:00. Una buona scelta, che ci ha permesso di evitare il caldo più intenso e di goderci il ritorno a Mykonos Town al crepuscolo, un’esperienza che si sarebbe rivelata piacevole. Con l’audioguida inclusa nel biglietto, abbiamo speso 40 euro a testa per un viaggio che prometteva un bel pomeriggio.
L’avventura è iniziata con una piacevole passeggiata tra le pittoresche stradine di Mykonos Town. Abbiamo lasciato la macchina parcheggiata in una zona comoda, vicino al centro, e ci siamo goduti ogni angolo, scoprendo scorci interessanti mentre ci dirigevamo verso il Porto Vecchio. Arrivati all’imbarco, con i biglietti già ritirati, non ci restava che salire a bordo. La barca, a differenza dei commenti allarmistici che avevamo letto online, era piena ma non affollata. Abbiamo trovato un posto all’ombra sul ponte e ci siamo preparati a salpare.
La navigazione è stata una successione di colori e sensazioni. Il vento che scompigliava i capelli, la vista della costa che si allontanava, le altre isole che apparivano all’orizzonte. Ma un momento particolarmente piacevole è stato al ritorno. Quando il sole si stava tuffando nel mare, il profilo di Mykonos Town si è stagliato contro un cielo infuocato. I mulini a vento di Little Venice, in particolare, sembravano danzare in una luce suggestiva, offrendo uno spettacolo che abbiamo apprezzato molto. Un consiglio per i futuri avventurieri: posizionatevi sul lato destro della barca al ritorno, la vista dei mulini è davvero suggestiva!
Approdati a Delos, ci siamo trovati di fronte alla biglietteria. Ricordatevi: il biglietto della barca è solo per il trasporto, l’ingresso al sito archeologico (20 euro a persona) va pagato separatamente. È essenziale avere i documenti per eventuali sconti, e averli scaricati, perché la connessione sull’isola è inesistente.
Una volta entrati, l’isola ti abbraccia con il suo passato. Nonostante ci siamo persi e abbiamo fatto il percorso al contrario, ogni passo era una scoperta. Certo, i reperti non sono intatti come a Pompei, ma l’audioguida ha dato vita a ogni pietra, raccontando la storia di un luogo che era un crocevia di culture, un porto fiorente per mercanti e marinai. Il Teatro, così imponente per una popolazione così piccola, testimonia la ricchezza e l’importanza dell’isola, e le statue dei leoni, sebbene consumate dal tempo, mantengono una certa maestosità.
Abbiamo apprezzato anche la visita al museo, un’oasi di ombra che custodisce reperti interessanti. Qui abbiamo ammirato i pezzi originali, come i leoni di Naxos e i frammenti dell’antico Colosso di Delos. È stata una visita che ha reso la storia più concreta.
Tornati a Mykonos, con il sole ormai calato, l’atmosfera si è fatta più vivace. Abbiamo cenato in una taverna tipica e ripercorso con la mente le sensazioni di questa giornata.
La visita a Delos è stata un’esperienza che vale la pena. Non è un’escursione per vedere reperti straordinari, ma per immergersi in una storia incredibilmente ricca, per capire che dietro la Mykonos dei divertimenti si nasconde un’anima millenaria. È un viaggio nel tempo, un’esperienza che offre un punto di vista diverso.
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